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Anima immortale, la Fisica Quantistica lo dimostra

Stuart Hameroff e il premio Nobel 2020 per la fisica Roger Penrose sostengono che si possa dimostrare l'esistenza dell'anima basandosi sulla fisica quantistica. Essi hanno sviluppato una teoria quantistica della coscienza ed affermano che le anime siano contenute all'interno di microtubuli (strutture che vivono all'interno dei neuroni).

I due scienziati sostengono che l'esperienza di coscienza umana sia il risultato degli effetti di gravità quantistica all'interno dei microtubuli.


Prodotti chimici quantistici, sarebbero i componenti dell'anima che, nel momento della morte lasciano il sistema nervoso per entrate nell'universo. L'idea nasce considerando il cervello come un computer biologico e la conoscenza sarebbe considerata una specie di "programma per contenuti quantistici" nel nostro cervello, che persiste comunque nel mondo dopo la morte di un essere umano.





Con la morte, “il cuore smette di battere, il sangue non scorre, i microtubuli perdono il loro stato quantico”, ha detto Hameroff.

Penrose sostiene che se una persona muore temporaneamente, questa informazioni quantistiche vengono rilasciate dai microtubuli nell'universo. Tuttavia, se vengono rianimati, le informazioni quantistiche vengono reincanalate nei microtubuli e questo è ciò che scatena un'esperienza di pre-morte. “Se non vengono rianimati e il paziente muore, è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo, forse indefinitamente, come anima."


L'anima sarebbe quindi della stessa sostanza dell'universo ed esisterebbe dall'inizio dei "tempi", è molto più che una semplice interazione neuronale come ipotizzato da molti finora.


Il dottor Hameroff sta incominciando a convalidare la sua teoria tramite gli effetti quantistici che svolgono già un ruolo in moltissimi processi biologici come la navigazione degli uccelli, il processo di fotosintesi o l'odore.





The Daily Galaxy riporta un articolo intitolato Illusion of Death, «l’illusione della morte» e sottotitola: «Nell’universo quantico esistiamo a tempo indeterminato». Penrose e i ricercatori del Max Planck Institute for Physics di Monaco suggeriscono che l'universo fisico in cui viviamo è solo la nostra percezione.

Una volta che i nostri corpi fisici muoiono, c'è un infinito oltre. Alcuni pensano che la coscienza viaggi verso universi paralleli dopo la morte.



Stuart Hameroff è professore emerito nel Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia, e Direttore del Centro di Studi sulla COscienza dell'Università dell'Arizona. Ha basato gran parte della sua ricerca nel campo della meccanica quantistica, dedicandosi allo studio della coscienza. Assieme a Penrose lavora sulla teoria dell'anima come composto quantistico dal 1996.


Roger Penrose ha vinto il Nobel nel 2020 per avere messo a punto il metodo matematico per dimostrare la teoria della relatività generale di Einstein e di essere arrivato, per questa strada, a dimostrare che la teoria prevede la formazione dei buchi neri, mostri cosmici che occupano lo spazio-tempo catturando qualsiasi cosa abbiano nelle vicinanze. In seguito Reinhard Genzel e Andrea Ghez hanno scoperto che il centro della nostra galassia, la Via Lattea, è occupato da un oggetto invisibile e massiccio. Alla luce delle conoscenze attuali l'unica spiegazione possibile è l'esistenza di un buco nero.









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